ISBN 9788868061210
Michele Parente, giovane intellettuale, ricco di ideali e di passioni, avrebbe voluto fare, come il padre, il contadino in Puglia e si ritrova magistrato a Milano negli anni del boom economico e della contestazione giovanile.
Alter ego di Mauro Crocetta, allora commissario di polizia a Pavia, Michele constata da vicino l’alienazione dei terroni meridionali fuggiti al Nord e le distorsioni ideologiche del Sessantotto, esasperate per fini oscuri dal quadro politico. Frequentando le fabbriche e le Università milanesi, egli si accorge che il boom economico viene fatto sulla pelle dei lavoratori del Sud, desertificato dall’emigrazione, e che una parte della magistratura subisce il fascino perverso della violenza eversiva. Perciò promette a se stesso che straccerà la toga il giorno che dovesse abdicare anche lui, come il collega Russo, al ruolo di magistrato integerrimo.
Lucida indagine sulla realtà politica,sociale ed economica, il romanzo si conclude la notte del 20 novembre del 1969, poche ore dopo la morte del poliziotto Antonio Annarumma, vittima del terrorismo. Niente sarà più come prima. Quella notte Michele apprende che presto avrà un figlio e annota amaramente su un pezzo di carta: “ E’ terribile la gioia di diventare padre quando un altro padre abbraccia il figlio morto”.
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