Delle prime sperimentazioni comprese nella raccolta Bozzetti, paiono le più suggestive quelle che rappresentano scorci paesaggistici, visioni di natura rapprese in pochi versi efficaci.
In Liriche ‘ 58 – 65’ si scopre la dolcezza dei suoni, dei ritmi distesi in versi che sanno ancora di tradizione, prima che la raggiunta maturità li stringa in più concise cadenze, li vari in più sciolte, libere asciutte immagini meglio adatte a dire misteri profondi, verità eterne.
Questa risoluzione in termini di originalità si avverte già in Elegie per un inverno, con conferma evidente in Vita e Morte e in Una Notte per Maria, ove la meditazione s’aggrava di problematiche esistenziali più complesse.
Il sapore della terra rivela attenzione alla natura, fatta partecipe del quadro di incanti, di pulsioni, di sogni e delusioni che tramano la vita dell’uomo. Ormai Crocetta ha trovato il “suo” verso, ha approntato gli strumenti adatti per la sua officina: ora le immagini e i sentimenti si fermano in impressioni da cui la fantasia si apre ai ricordi e ai sogni attraenti, da cui scaturisce la tensione a indagare i nascosti segreti ( Giurami che i tuoi occhi …, Risorge, s’infrange….), oppure a seguire più consistenti figure e più tristi pensieri ispirati, per esempio, da una tela dipinta ( A Sante Battaglia, mentre dipinge)-
Crocetta rifiuta il racconto, privilegia paesaggi ritratti per macchie, uomini delineati per brevi sfumati dettagli, gesti, parole. Ne guadagna un addensarsi di sensi, in serrati stilemi, in essenziali figurazioni analogiche, per dire il dolore provato con la morte della madre, per significare lo smarrimento seguìto a constatata perdita di fede ( Son caduti gli angeli …), o per ricordare stragi commesse per furore da gente senza senno.
Mai Crocetta, che pur ama esprimersi per simboli, scade nella pura astrazione. A suggerirgli poesia è, anche quando non paia a lettura corriva, la realtà, per esempio quella che palesemente gli ispira Cronache quotidiane ( Strage sull’autostrada…), unica ragione che lo sollecita a confondere i dolci colori di lirica contemplazione con i rossi accesi, i bruni cupi degli sfoghi di dolore o di rammarico sollecitati dai drammi del nostro tempo. Emidio Diletti
“Verso l’ultimo approdo”
2021 Marte Editrice
ISBN . 108864971173
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Siamo erbe senza stelo
fiori le cui corolle
cadono dopo un giorno
fragili come l’onda
che si rompe sullo scoglio
29.09.1964
Vivere cieco
nella caverna
dove fummo lasciati
dalle viscere della terra
a brancolare
incessante
invano
La vita ci ossessiona
ci esalta il pensiero
e gli occhi non vedono
Chiusi da ombre immense
attonita la voce
si disintegra
ed il silenzio
ci schiaccia
Non s’accende
la luce
è spento il cielo
sopra di noi
La vita è morta
nelle nostre ossa
tarlate
La vita non c’è più
Vuoto nel vuoto
La vita è morta
19.05.1967
Che sarà di noi?
Vanità racchiuse
in un guscio d’osso
diventato gessi
e scomparse
Desideri
diventati cenere
distrutti
Forse solo ombre
trapassate da una luce violacea
Forse una voce griderà
“E Dio creò l’uomo
a sua immagine”
05.05.1968
Vieni da me
ad allietare i giorni
rosi dall’ignavia
a far risplendere
questo cielo piovoso
della tua luce
a far sorridere
i miei occhi
a far rivivere
i miei anni
Vieni a portarmi
il profumo
della mia terra
a riscaldarmi il cuore
del nostro sole
Dimmi
son già le strade piene
di mandorle dorate?
21.08.1968
Che senso ha il tempo
quando l’ignavia
rode come tarlo la vita
quando
immersi nell’oblio
dimentichiamo
le nostre sofferenze?
Vorrei amare, correre
accarezzare
il velluto della notte
e gridare
“vita, vita”
Il mio grido
rantolo di morte
23.08.1968
Siamo niente
ma guardiamo il sole
i tramonti infuocati
le chiare notti
le onde increspate
del fiume
Siamo niente
ma guardiamo il mondo
che è meraviglioso
le stelle
il cielo
sentiamo il vento
il freddo pungente
Siamo niente
ma godiamo i giorni
le ore
godiamo i sorrisi
gli abbracci
i baci
Inventiamo la musica
la poesia
la pittura
E gli alberi
i monti
siamo niente
ma li guardiamo
li amiamo
Domani io non ci sarò
ma ho riso
ho pianto
ho goduto l’amore
ho scoperto l’amore
Domani non ci sarò
e sono felice
Se la vita fosse più lunga
sarei più felice
perché sono niente
ma amo la vita
26 dicembre 1969
Uomini Soli
Con l’anima smarrita
ed il freddo vuoto
dentro di noi
Tocca la mia speranza
è come carta bruciata
Tocca i miei occhi
sono privi di una lacrima
ma amo la vita
è grande
è bella come una farfalla
è fragile
come una farfalla
e tu non piangere
Sorridi all’estate calda
è la vita che ritorna
Apri la porta al sole
prendi tutto quello che puoi
il tempo è troppo poco
per essere tristi
luglio – novembre 1970
Hai nel sorriso
la freschezza della neve
il ricordo della vita
la dolcezza dell’amore
Le tue labbra carnose
si polverizzano in breve
e lasciano nuovi sorrisi
a ricordare la vita
a vivere l’amore
dicembre 1970 – gennaio 1971
Trema il tuo corpo
come foglia toccata da brezza
Avvicino l’orecchio
per ascoltare
i battiti del cuore
mi mancano le parole
Il mio sangue
vivente
fuori di me
e viva
nell’amore
che l’ha generato
e si perpetui con esso
08.07.1971
La mia partenza
Con la borsa di libri
il vestito migliore
Il mio ritorno
con la miseria
In tasca
a mio figlio Pietro Paolo
Mi trovi stanco
con la tristezza
di ciò che non dissi
e che non so
se dirò mai
Tu non sai!
Il sentimento della vita
è come folgore
che in un attimo
t’illumina
e t’acceca
Dura di più
la vita
14.01.1974
E’ ricco
chi si sazia con poco
chi è felice
di camminare
di bere ad una fontana
un sorso d’acqua
di gustarsi
un pezzo di pane
E’ ricco
chi è felice di godere
i colori delle case
il profumo delle chiese
l’allegria dei campi
Così è ricco
l’uomo che ritrova
la serenità
l’armonia di se stesso
18.04.1974
Aspettare ogni giorno
l’ultimo giorno
con le mani trepidanti
di vita
14.10.1981
“I gobbetti” anno II, n. 4/5 – 12 giugno 1961, Bari –poesia“La Comunione”
“La disfida”, marzo – aprile 1963, Corato (BA) –poesia“Ecco la notte!”
“La disfida”, marzo – aprile 1964, Corato (BA) – poesia“Bianca è la notte”
Il Giornale di Pavia” 12 gennaio 1971 poesia “Leningrado 1970”
9 febbraio 1971 poesia “Apollo 14”
23 febbraio 1971 poesia “A Sante Battaglia mentre dipinge”
1975 “In primo piano” Rivista letteraria – Taranto – Giovanni Bonetto: “Dedicato a Mauro Crocetta” con pubblicazione della poesia “Il sapore della terra”
1976 “In primo piano” Rivista letteraria -Taranto – poesia “La vendemmiatrice”
“Riviera delle palme” anno X n. 3 – maggio – giugno 1994 – poesia “Ianua Vitae”
2001 “I mille colori della poesia” antologia critica per la scuola a cura di Fulvio Castellani, Carello editore –– pubblicate le poesie: “A Maria Rosaria -“Il pane” – “La miseria in tasca”- “Parola con nota critica.
2003 “Analisi critica della Poesia Italiana” l’Antologia per la scuola dicembre 2003 a cura di Fulvio Castellani – Carello editore pubblicate le poesie: “Strage sull’autostrada Palermo-Capaci” “E’ come un attimo…”, “A mio padre e mia madre”, “Trema il tuo corpo”“A mio figlio Pietro Paolo”, “Emigranti”, “Ma che importa più”, con nota biografica dell’autore e a nota critica
2000-2001 Inserito nel volume “Il dolce web”- Antonio Carello editore
Dicembre 2003 Poesie e nota critica in “Analisi critica della Poesia Italiana” l’Antologia per la scuola a cura di Fulvio Castellani – Carello editore –
Dicembre 2004 “I poeti del web – poesie scelte”- Antonio Carello editore –
Gennaio 2005 “La tua poesia on line” pubblicato il testo poetico “Ma che importa più”- Antonio Carello editore
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