Inediti sparsi

IL PECCATO DI CONOSCERE DIO 1964 atto unico, disquisizioni di giovani universitari alla ricerca di Dio.
QUESTA POVERA VITA 1978 senilità e morte di un contadino e le liti dei figli per la divisione dell’eredità.

IL GIOCO 1977

Rappresentazione lirico-simbolistica della vita, la sua rovina, la sua speranza.
Circolo Culturale “Sandro Penna” – Premio Letterario “Trinità 81”- 27 settembre 1981

Stralcio…

A Pietro Paolo

QUADRO I

Un giovane padre con il suo bambino camminano tra i prati ai piedi di una montagna. E’ un pomeriggio splendido di autunno

Padre: Cadenzato il tempo
corre più veloce ed i profumi
non sono più tali

La vita che vissi la vedo
nei miei figli
e godo

del loro correre del profumo
di sudore
delle mille piccole fatiche

Gli occhi ardono di vita sanguigna di candori ancora possibili di toccate

di brezza nascente

Le mani sporche ed umide
di terra e di erba profumate

I capelli arruffati come puledri scalpitanti

e forti

Ora e per sempre io vivo
con voi
con te

figlio
delle mie viscere figlio
della mia terra vivo con te

Figlio

Padre

che torni
con la fronte bagnata
dei mille profumi di un’età
che corre veloce

Papà che dici!

Dico che il cielo è azzurro
che l’erba
è verde

che l’aria profuma di fiori novelli

Dico che il sole era più rosso al tramonto
e la luna

più pallida
nell’amoroso seguito…………………………

Continua…

CRITICA

Senza che si scomodino codici convenzionali a decifrare il simbolo, è lo stesso poeta a spiegarcelo con assoluta chiarezza. O meglio, sono le immagini che ne denunciano il senso senza si affatichino le nostre facoltà interpretative, il nostro pensiero, altrimenti smarrito in intrighi di formule, di allegorie, di analogie. La vita dell’uomo è vicenda non lieta trascorsa da nascita a morte, passaggio breve su “ questa terra/ ingiallita / corrosa / martoriata / putrefatta / melmosa”.

Ma la favola triste non si risolve in scontato processo dal nulla al nulla, come l’intesero filosofi e poeti del Sette e Ottocento: E’ trama di eventi, di momenti sospesi tra essere e sparire, tra sogno che consola e realtà che delude, tra bei fiori e colori della natura e tenebre di mistero, tra stimolo all’amore che crea e il toro-mostro che distrugge. Tutto scompare, meno che la fanciulla, la donna, la madre per la quale, una volta che ha trovato chi l’ha affrancata dalla solitudine e dalla disperazione, rinasce la vita in perenne continuità, vittoria sulle minacce di morte.

Chiarito il simbolo, prendono rilievo i sentimenti e le immagini assunte a rappresentarlo. La poesia ha il sopravvento sul pensiero, la luce -sogno di vita- e la speranza sul buio del mistero inerte: Il poemetto drammatico-lirico trova, così, nelle icone schiarite, negli affetti affioranti, la sua giustificazione artistica. Difficile trovare altrove un invito a vivere più motivato, più convincente di questo. Ma si riconosce pure che l’impianto scenico non è artificio sovrapposto : quelle figure, che hanno parvenza di simboli, si caratterizzano in reali creature sofferenti, ansiose, tristi o speranzose, nell’attimo stesso che intrecciano accorati dialoghi, sullo sfondo di una natura vivida di fiori, di profumi, di colori, segni anche questi del trionfo della vita sulla morte.

Anche qui, come in ogni altro testo lirico o drammatico, Crocetta rivela la sua attitudine a condensare, nel giro di una brevissima frase, spesso nella assoluta misura di un aggettivo, i sensi profondi, i contrasti di idee, i problemi e gli affetti che sostanziano l’esistenza dell’uomo. Emidio Diletti

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