INEDITI
La vicenda è ambientata in una non definita località pugliese di inizio secolo. Le situazioni, i personaggi, le allegorie,il linguaggio poetico richiamano la tradizione spagnola di un teatro in cui tutto si trasforma in “ EPOS”.
Stralcio…
Quadro I
Una strada poco illuminata in un paese agricolo meridionale di inizio novecento. Un carretto parcheggiato vicino al marciapiedi: Due fidanzati al buio nascosti dal carretto.
Angelina: Oggi mio padre è tornato nero dalla campagna
Savino: Perché! ha saputo?
Angelina: Si, ha saputo e non vuole acconsentire. Dice che tu sei un buono a nulla ed io una puttana a darti retta
Savino: Un giorno o l’altro …. ( con rabbia)
Angelina: Non odiarlo. Lui pensa di far bene per il mio avvenire ma io ti amo qualunque cosa egli dica.
Ora dobbiamo trovare il modo di incontrarci in un posto sicuro.
Mi ha minacciato di pestarmi se mi trovasse in giro la sera
Savino: Dove possiamo incontrarci?
Aspetta, nella stalla di mio zio: la mula non ci tradirà. Si, così è meglio. Tu lo sai dov’è, nell’altra strada. Ci vedremo domani sera alle sei
Angelina: Io, invece, ho pensato di incontrarci a casa della nonna anche la sera tardi: Anzi, meglio la sera tardi
Savino: E tua nonna!?
Angelina: Non ti preoccupare. Non le dirò niente, non saprà mai niente. Io dirò a casa di voler andare a dormire dalla nonna giacchè è molto tempo che non fa che chiedermelo, ed i miei me lo permetteranno.Lei va a letto presto, massimo alle otto. Tu vieni verso le undici. A quell’ora anche i vicini dormono. Avvicinati alla porta e spingi. Se è aperta vuol dire che puoi entrare; se resiste vuol dire che per una ragione qualsiasi non è possibile incontrarci.
Savino: Angelina, Angelina mia, che posso darti in cambio per questo tuo amore?
Ho un pezzo di terra e sto raschiando con le unghie la gramigna e col piccone sto scavando fossi per la vigna. Lì sto seppellendo la mia pelle e con essa tutte le speranze.
Questo io ti do, speranze, piante di speranze
Angelina: Dai loro rami penderanno un giorno i frutti del nostro amore – si abbracciano e si baciano con passione -
Savino: Allora domani sera alle dieci
Angelina: No, sarà meglio dopodomani …
…Continua
Atto unico ambientato in un’aula universitaria occupata da studenti. E’ il condensato dei sentimenti, idee, valori, di una generazione che ha messo in crisi il vecchio mondo borghese e marxista.
Stralcio…
ATTO UNICO
Nell’aula sesta dell’università di Pavia piena zeppa di studenti. Al centro una pedana di legno investita da un fascio di luce mentre tutto il resto rimane in penombra. Lo scoppio della bomba alla Banca dell’Agricoltura è l’argomento su cui devono dibattere studenti ed oratori che, sono sempre studenti ma che, nella finzione, interpretano le prese di posizione dei vari schieramenti politici. Tra il rumoreggiare del pubblico sale sulla pedana il primo oratore
Ferrari: La rappresentazione sta per iniziare. L’argomento è la strage alla Banca dell’Agricoltura.. State calmi e non v’incazzate quando i nostri compagni che hanno preparato questa messinscena inizieranno a parlare. Ciascuno cercherà di rendere al meglio tutte le posizioni politiche e dirà cose ripugnanti come ripugnante è la politica che subiamo. Alla fine dibatteremo. Tutti potranno prendere la parola con un’alzata di mano. Se fate meno casino ed un po’ di silenzio può venire in pedana Ambrosini
Ambrosini sale sulla pedana mentre Ferrari va a sedersi tra gli altri studenti
Ambrosini (con tono da politicante): Colleghi, prima di dare inizio alla discussione propongo un minuto di raccoglimento per i fatti alla Banca dell’Agricoltura
Si sente qualche timido grido di dissenso, poi tutti si alzano e restano in sincero raccoglimento per un minuto
Ambrosini: E’ stato, l’episodio di ieri, una chiara manifestazione della strategia di gruppetti di anarchici che sarebbe bene definire semplicemente criminali con lo scopo di indebolire lo stato di diritto e la democrazia nel nostro paese. La democrazia non può prescindere dalla legalità democratica, vale a dire di una libertà garantita da leggi forti che tutelino la incolumità di tutti i cittadini. La democrazia e la libertà si fanno concretezza nella legalità. Guai ai popoli che dimenticano queste verità elementari. Le ideologie democratiche non possono prescindere da tali fondamentali concetti, se vogliono conseguire una vera emancipazione sociale delle classi subalterne. Non con le bombe si realizzano le conquiste civili; non con la violenza che è contraria al sentimento della vita, un valore fondamentale, ma con il dialogo e con la buona volontà…
…Continua
E’ uno spaccato del mondo della prostituzione ambientato a Pavia.
Stralcio…
QUADRO I
In una stanza a piano terra in cui si accede da un cortiletto fangoso arredata con pochi mobili. In un angolo una stufa a kerosene con attaccato alla canna fumaria uno stendi panni. Nel centro un tavolo coperto da un tappeto di cotone sfrangiato, logoro ed unto; addossato ad una parete un divano letto con coperta di cotone fiorato, anch’essa sudicia. Sul divano Marta, una donna sui trent’anni gioca con una bimba di un anno.
Marta
Viene il lupo
che ti mangia
corri, corri
bel bambino
Porta il mantello
di una vecchia
per potersi
camuffare
Ecco che arriva
ecco che arriva
con la borsa
sotto il braccio
Ecco che arriva
ecco che arriva
vieni su
tra le mie braccia
La bambina si diverte e ride. Si sente bussare alla porta
Marta: Oggi non lavoro
Ignazio: Vieni ad aprire. Sono Ignazio
Marta va ad aprire la porta lasciando la bambina sul divano. Ignazio entrando la spintona
Ignazio: Oggi non si lavora e si canta, si fa festa. Ma è il tuo onomastico o il compleanno? Non mi ricordo. Potevo mandarti una torta, dei fiori se l’avessi saputo. Sono andato a Torino a vendere un po’ di merce, avevo della grana, potevo farti un bel regalo
Marta (secca): Nessuna ricorrenza
Ignazio: Che ricorrenza? Non ho sentito (le dà uno schiaffo da farla finire sul divano). Se non ti ho trovata in viale Trieste è perché ci dev’essere una ricorrenza importante, molto importante, perché non puoi permetterti il lusso di questo genere. Le rette per il collegio dei tuoi figli, la macchina, la pelliccia non vengono da sole, ed io costo, costo caro a chi si serve della mia protezione (e le dà altri schiaffi)
Così non mi sai dire niente, non parli. La lingua sempre pronta a tutto ti si è appiccicata al palato. Brutta puttana di una genovese, proprio davanti ai miei piedi dovevi capitare?
E parla (mentre continua a picchiarla), parla figlia di un cane
- la bambina piange, ma nessuno si cura di lei-
Marta (sempre con voce secca): Mi hanno avvertito che sono ricercata dalla polizia per la diffida. Qui, da sola non potevo lavorare con tanti farabutti che vanno in giro a fregare donne come me. Perciò ho pensato di fare festa
Ignazio: Balle. La polizia non cerca nessuno, tanto meno te. Sono un loro confidente e non possono farmi brutti scherzi. Loro mi pagano, si, mi pagano pure loro, e vuoi che si preoccupino di te con tante baldracche che battono in viale Trieste e sul lungo Ticino?
Marta:Non cercano solo me. Ho saputo che c’è in ballo una denuncia contro di te per sfruttamento. Se andavo in viale Trieste e tu venivi a cercarmi potevano fregarci entrambi
Ignazio: Storie, storie. Chi ti ha raccontato queste sciocchezze? E’ mai possibile che tu creda a tutto quello che ti dicono? Una denuncia contro di me. Chi vuoi che possa farmi una cosa del genere! Sanno tutti che con me si scherza poco ed i conti li regolo in fretta
Marta: Pippo, l’amico di Tina, mi ha detto che qualche giorno fa Riccardo andò in questura a sporgere denuncia contro di te. Nella denuncia pare che ti abbia accusato di sfruttamento nei miei riguardi e di istigazione alla prostituzione della sua convivente. Pare che la denuncia l’abbia fatta per toglierti dai piedi
Ignazio: Ma com’è possibile, dopo che ho tenuto in casa tutti e due per tanto tempo a sbafarsi alla mie spalle? Questa è bella. Eppoi non ha cercato lui stesso di avviare la sua donna con i suoi stessi amici? Non mi ha chiesto lui di aiutarlo perché, diceva, non era pratico?
Non è possibile, non ci credo
- si sente bussare alla porta -
Ignazio: Chi è?
Amici
Ignazio apre la porta. Sono fuori il maresciallo con due poliziotti in borghese
Ignazio: Buona sera, maresciallo. A che devo l’onore di questa visita?
Maresciallo: Devi venire con noi
Ignazio: Perché? Non posso, sono stanco
Maresciallo: Già, sei stanco. Il viaggio ti ha stancato con la nebbia sino a Torino e ritorno: un brutto viaggio
Ignazio: Ma che dice! a Torino, Ma quando mai!
Maresciallo: Non fare il furbo. Ho un mandato di cattura che ti avrei notificato fra qualche giorno se fossi stato meno furbo. Ho saputo da altri chi ha fatto il furto dei quadri che tu sei andato a piazzare a Torino. Evidentemente hai cambiato idea sulla nostra amicizia
Ignazio: Ma non è vero. E’ gente che mi vuole male. Non creda , signor maresciallo. Sono calunnie, sì, sono vere calunnie
Maresciallo: Prenditi la valigia ed andiamo. Per ora non si tratta di quadri ma di istigazione alla prostituzione di Lella Bersani, e di sfruttamento di Marta
Ignazio: Io istigare Lella! Ma se quella è nata puttana. E’ vero, l’ho tenuta in casa con Riccardo. Tutto qui. E con questo si va dentro? Ecco che ti fanno gli amici, prima ti sfruttano, poi ti denunciano (rivolto a Marta) Metti un po’ di biancheria ed un paio di vestiti.
(Marta prepara la valigia. Ignazio prende in braccio la bambina e le da un bacio, poi dà un bacio a Marta e presa la valigia esce accompagnato da maresciallo e dai due poliziotti che salutano Marta con un rispettoso “buona sera”)…
Continua…
Una famiglia allo sfascio e i figli vittime inutili ed innocenti sono espressione della gioia e della disperazione dell’esistere
Stralcio…
QUADRO I
La scena si svolge all’interno di una abitazione – studio di uno scultore. Su qualche tornio abbozzi di sculture in creta ed in gesso
Artista: La mia forza
nei pensieri inespressi
nelle ansie che potevano pure esplodere
e dare vita
Torno così
con le mani stanche
che modellarono maschere
volti esterrefatti
corpi svuotati di ogni carnalità
bestie fameliche dove la rabbia ferina
era rimasta sdentata
Torno
mortificato nelle mie ossa rotte
a voler dire
le cose che non feci
perché non mi diedero il tempo
Ritorno
mortificato nel mio corpo disfatto
come le attese
maternità avvizzite
senz’anima e speranza
a ripetere
la mia gioia di esistere
la mia disperazione di esistere
Ritorno
incanutito dal tempo
a chiedervi di assistere
alla mia storia
che può essere di voi tutti
Appare sulla scena, tenuta in ombra finora, un giovane avvocato…
EDITI
Questo lamento funebre è dedicato a tutte le vittime del dovere che negli anni della confusione politica ed ideologica, seppero sacrificare la propria giovane esistenza per un ideale di Patria in cui pochi credevano; a tutte le mamme che abbraciarono i corpi senza vita di figli partiti con un cuore pieno di speranze; a tutte le spose che videro distruggere il proprio amore; alle gente del sud che ha offerto il massimo contributo di vite umane negli anni del terrorismo.
Sandro Gros-Pietro così si esprime: “…Autore dalla concezione profondamente religiosa, Mauro Crocetta trasmette al pubblico una tensione veritativa dell’assoluto, che non è propriamente una professione di fede, ma che assume, invece, le forme della seduzione per la verità e per la bellezza, come sviluppo del teorema centrale della poesia crocettiana: le radici profonde della bellezza ristanno nella verità rivelata dell’assoluto e, quindi, della vita che va oltre la vita.”
Stralcio…
Si accosta al corpo dello sposo
Bianca la fronte
ed il viso
chi ti rubò
il sorriso
chi la vita
trasse
dal tuo corpo!
Occhi serrati
al giorno
nella notte
ora riposi
tra le braccia
della morte
Perché fuggisti
mio sposo!
Braccia
che mi cingeste
molli
cadenti ai piedi
della madre dolorosa
I suoi lamenti
non senti
il mio strazio
non ascolti
Mi dicesti
torno
torno dal continente
con i risparmi
in tasca
per sposarti
Dal continente
torni
ma la porta
ha un fregio nero
non suonano
musica allegra
ti accompagneranno
al cimitero…
Continua…
pubblicato su: Vernice Anno IV n. 11/12 ed. Genesi, Torino 1999
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